La scia del Colibrì, Here (2025) Robert Zemeckis
- 9 feb
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Aggiornamento: 12 feb
Here si presenta come un lirico viaggio tra le epoche, è un quadro unico saltuariamente composto e scomposto da altri quadri.
Tutti i quadri sono in costante dialogo tra loro e, come ciascun quadro, in continuo mutamento.
Il film di Zemeckis plana dall'800 sul ritorno della vita poco tempo dopo l'arrivo dei dinosauri, dando allo spettatore l'illusione di arrendersi al parallelo alternarsi di una serie di parentesi novecentesche.
Infine arriva ai nostri giorni, ma poi prosegue ancora nella spirale.
Ci si meraviglia quando - grazie a un petit coup de théâtre un personaggio mostra perfino di non sentire più gli odori.
Se all'inizio del film è difficile non domandarsi chi abbia composto le musiche, mentre si continua la visione ci si accorge dell'utilizzo di una scelta formale tipica degli albori del cinema, quella della camera fissa.
Tempo, Casa e Memoria sono invece le parole chiave del film e anch'esse, proprio come i suoi quadri, si rivelano costantemente interconnesse agli occhi dello spettatore.
Durante la visione di Here di Robert Zemeckis si scopre inoltre che Il colibrì è l'elemento magico, lo straordinario, forse l'unico elemento fuori dal tempo.

Il Colibrì di Here attraversa l'inquadratura da destra verso sinistra. Si accosta per alcuni istanti a grandi e piccoli fiori di colore bianco, i quali si ritrovano a poca distanza dal margine sinistro dell’inquadratura fissa, quasi come a voler siglare una qualche ciclicità. Che il suo ritorno nel quadro nel quadro sia allora molto più di una semplice allusione alla sinfonica rinascita della vita?

Trent'anni dopo Forrest Gump (1994) - oltre al ricongiungersi della coppia Tom Hanks (alias Richard Young) e Robin Wright (Margaret Young) sul grande schermo, si assiste anche al ritorno del tema della guerra nei film di Zemeckis, e di quel che quest'ultima, con i suoi strascichi sfortunatamente sempre attuali (ad esempio di traumi derivati dal patriottismo), porta con sé.
Il film, su questo, segue la scia di un'eco intrusiva ma che in maniera piuttosto sottile passa di generazione in generazione, pur non rivelandosi al tempo stesso mai necessaria nel suo significato.
Mai necessaria, ad esempio, come potrebbe esserlo la negazione di alcuni compromessi tra sogni e denaro, proprio, quindi, come se ciascuna di queste "interruzioni" venisse osservata dallo sguardo di un bambino. Proprio come accade in una scena del film.
RICHARD - Perché me lo stai dicendo?
Nello stesso modo Margaret Young (Robin Wright) permette a Richard Young (Tom Hanks) di dedicarsi ai suoi conflitti irrisolti, ed è quello che il film ha fatto per noi spettatori fungendo da specchio a quell'inspiegabile nostalgia che avevamo il Giorno della visione per poi infine curarla. L'ha sublimata, abbiamo detto.
Ciascuno spettatore piange in un momento diverso, ma la catarsi non è cosa scontata, poiché Here non tocca soltanto tutte le fasce d'età, ma tutti noi.



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