Emozionarsi con gli spettri in una Roma che rimedia il cinema: in viaggio fuori dal tempo con RIP (2025) di Alessandro D’Ambrosi e Santa De Santis
- 27 ott
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Con grande sorpresa dal 23 ottobre è arrivata in sala RIP, la surreale commedia di Alessandro D’Ambrosi e Santa De Santis che attraversa la città di Roma con uno sguardo coraggioso e non turistico.

Il film, con un inedito Daniele Silvestri in colonna sonora, ci accompagna Sulla strada grazie alla partecipazione del collettivo artistico Klagore Factory, e vede - nei suoi dettagli affezionati - un modo tutto nuovo di svelare e rielaborare al suo interno importanti citazioni del passato, riuscendo a riportare in sala, attraverso il cinema del presente, anche l’amore per un cinema di sempre.
RIP (2025) invita lo spettatore ad abitare un tempo sospeso, un'atmosfera che riguarda l'aldilà quanto più di un'epoca lontana, il tutto a partire dal fulcro dell’immaginazione di chi una volta era bambino. La commedia di D'Ambrosi e De Santis ricostruisce il passato ma lo fa senza idealizzarlo, per poter soltanto in questo modo re-imparare a vivere il presente e scoprire, nel frattempo, alcuni riferimenti nascosti riguardanti la storia del cinema. Passando, quasi per gioco, da Mastroianni a Scola, il film presenta una nuova storia tra padre e figlio, approfondendo il sentimento della solitudine con una scrittura che non si limita mai a un unico punto di vista. RIP sfoglia con estro immaginifico le pagine della ghost story per disinnescare il cinismo e il disincanto di una società per alcuni versi molto attuale.

Il viaggio surreale di RIP fa commuovere e guida con crescente convinzione gli spettatori a sublimare anche il più spinoso dei temi con una risata nera ma sincera.
Leonardo (alias Augusto Fornari) è un autore di necrologi, antieroe per eccellenza, che ci presenta, oltre alla sua solitudine, anche quella di suo padre, Marcello, in occasione del suo compleanno. L'uomo, ingrigito anch'esso dagli anni trascorsi, riappare improvvisamente ai suoi occhi sotto un'altra forma, privato della memoria di un timore futuro e in grado di rievocare, insieme alla sua vivacità dimenticata, anche i tempi d’oro della Dolce Vita, ma in chiave irriverente e molto personale.
Nel frattempo i costumi del protagonista ricordano quasi un Marty McFly dei nostri giorni e la DeLorean in questo contesto diventa uno scenario atipico, come quello di una pagina della sua infanzia.
Il rapporto di ciascun personaggio con i proprio ricordi gioca un ruolo fondamentale per l'evoluzione della ghost story.
Se, ad esempio, la graduale emersione della memoria del padre di Leonardo (alias Valerio Morigi) innesca, dalla sua assenza in passato, una possibilità di redenzione in entrambi, l’arrivo di Beatrice e Adelaide (interpretate da Giulia Michelini e Nina Pons) sancisce invece il punto in cui nel film potrebbe davvero avere inizio la magia.

RIP è una commedia geniale e folgorante perché non si limita a portare in scena un ambiente surreale, ma lo presenta sin dall’inizio come una fiaba abitabile. Il film utilizza un’atmosfera onirica mettendo in parallelo più storie ed epoche diverse e lontane tra loro, per provare a riflettere in maniera corale sulla possibilità di perdonare o meno alcuni gesti, specialmente quando questi ultimi vengono fatti con amore, per proteggerci, ad esempio, da un potenziale dolore.

RIP (2025) ripercorre dunque un ciclo perfetto nella sua rappresentata imperfezione e che, allontanandosi da un certo tipo di cinema mainstream italiano, non punta tanto a una morale quanto a un soffio di vita che al termine della visione si deposita nello spettatore con delicatezza.
«Vale sempre la pena di trovare il tempo di perdere tempo».



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