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Prima della fine. Gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer (2024): indagare il vuoto con Samuele Rossi

  • 4 giu
  • Tempo di lettura: 4 min

Venerdì 30 maggio 2025 il Cinema Intrastevere ha ospitato il regista Samuele Rossi in occasione della terza edizione di Unarchive Found Footage Fest. La visione del film Prima della fine. Gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer (2024) ha innescato un indispensabile dibattito tra gli spettatori in sala e il suo autore. Entrambi hanno avuto l’opportunità di riflettere insieme sul rapporto tra il presente e le immagini di archivio appena risvegliate dalla pellicola.

Enrico Berlinguer - Padova 7 giugno 1984
Enrico Berlinguer - Padova 7 giugno 1984

Quest'anno l'opera filmica di Samuele Rossi è entrata a far parte della sezione Panorami italiani di UnArchive. Si tratta - di base - di un film coerente con questo festival dal momento che per la sua realizzazione ha ricevuto il supporto di AAMOD (Fondazione Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico e prima fonte che l'autore ha coinvolto per iniziare la sua ricerca) e poi dell'Archivio Luce, dell'archivio della Fondazione Gramsci e del Fondo Berlinguer. Quest'ultimo archivio, inoltre, ha reso disponibile proprio in questi giorni la sua consultazione on-line grazie un progetto della Fondazione Gramsci dedicato a Berlinguer.

Samuele Rossi - @unarchivefest
Samuele Rossi - @unarchivefest

Dai faldoni aperti nel corso della ricerca sono emerse dapprima le lettere e i messaggi di cordoglio che sono stati inviati da mezzo mondo a Berlinguer nel giugno del 1984, a partire da quelli redatti della gente comune fino ad arrivare ai messaggi di importanti personalità e intellettuali dell'epoca come, ad esempio, Giorgio Strehler, Sergio Davoli e Vasco Rossi.

Roma, 18 giugno 1984
Roma, 18 giugno 1984

In Prima della fine. Gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer (2024) c’è tanto archivio. Un archivio però che in questo caso è stato utilizzato in modo poetico, per dare allo spettatore una fortissima emozione e per poter avere su di esso un fortissimo impatto. Con questo film non si è voluto raccontare un leader, ma mostrare il ritratto di una nazione.

Prima della fine […] racconta quel che accade nei 7 giorni che precedono la morte dell’ex Segretario generale del PCI e, come spiega Samuele Rossi, in questo lavoro di ricerca: si è percepito sin dall'inizio che quelle giornate raccontassero tanti lutti diversi per poi restituirli.


Quella di scegliere come unica fonte quella degli archivi è stata una scelta radicale che ha coinvolto anche il sonoro. Per la pellicola sono stati scelti, selezionati e montati soltanto materiali di repertorio e fare questa scelta ha costretto i suoi autori ad affrontare una ricerca molto più lunga.

Prima della fine. Gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer (2024) Samuele Rossi
Prima della fine. Gli ultimi giorni di Enrico Berlinguer (2024) Samuele Rossi

Samuele Rossi: La ricerca dei materiali d'archivio ha avuto inizio nel 2021 e devo dire che abbiamo trascorso insieme dei mesi straordinari, sfogliando faldoni e visionando nastri, e ora possiamo notare come questo lavoro di recupero nel passato sia riuscito a generare in noi delle domande molto attuali.

Mi sembra che la cosa che più emerge di questo film sia un sentimento, una connessione sentimentale. Forse è stata una delle poche volte in cui la comunità si è riconosciuta con una commozione così forte.

Poi c'è il partito di massa, con la sua organizzazione e la sua fine. Tutta la macchina organizzativa che si mette al servizio di quel che accade a partire dal 7 giugno del 1984, a Padova, fino al 18 giugno 1984, a Roma.

Il film mostra di avere un grande impatto emotivo ma anche una densa rievocazione dei contenuti dell'epoca. Ad esempio di quell'idea di austerità, di critica al capitalismo, della lotta delle donne fino al tema dell'interdipendenza e della pace. E ben si percepisce come in quel discorso, al comizio del 7 giugno a Padova, ci sia stata la pace, indispensabile come la democrazia e la libertà.


Spettatore: Prima della fine, a cosa hai voluto alludere con la scelta di questo titolo?

Samuele Rossi: Ricordo di come mia nonna e mio nonno ne parlavano. Ricordo questa sensazione irrazionale al di fuori dell'intelletto, come se (Berlinguer) fosse una persona vicina.

Al contempo c'era il ritratto di un Paese che volevo cogliere nella sua complessità. Nel film non solo si piange, ma si ha la sensazione che si sia rotto qualcosa. È la fine in quanto inizio di una nuova Italia.

È un film che riflette e che fa riflettere su vari epiloghi. Un film che invita a ricostruire il tessuto storico, sociale, politico e antropologico dell'epoca per poter capire (anche) meglio l'Italia di oggi. Bisognerebbe... Si potrebbero fare molti film su quel senso di partecipazione e sull'assenza che ora si avverte di quella partecipazione. Credo sia questa la domanda da porsi e che oggi, con quel che accade, quest'ultima contenga in se stessa un paradosso:

Perché oggi non riusciamo più a partecipare?

Cinema Intrastevere - sala 1
Cinema Intrastevere - sala 1

Samuele Rossi: C'era e c'è alla base di tutto questo un desiderio di capire.

In questo modo, non avendolo vissuto (direttamente) è come se lo avessi riscoperto assieme alle nuove generazioni attraverso un racconto (qui ri)medializzato.

Cinema Intrastevere - uscita dalla sala
Cinema Intrastevere - uscita dalla sala

Spettatore: Succede una cosa in questo film che mi ha colpito. È come se il singolo e la comunità, ad un certo punto, si fondano insieme.

Samuele Rossi: C'è sicuramente una nostalgia retroattiva di chi lo ha vissuto, ma anche la possibilità di percepire oggi la mancanza di qualcosa. Quel che mi ha colpito molto è la percezione che Berlinguer fosse una persona di famiglia. La vicinanza.


Spettatore: Come è stato lavorare a contatto con la morte?

Samuele Rossi: Ho provato una sensazione di meraviglia, di scoperta, nel ritrovare delle immagini inedite che erano rimaste sigillate per quarant'anni, in quei faldoni che poi sono stati aperti per la prima volta e digitalizzati. Credo che abbia prevalso la bellezza di poter ricostruire un passaggio che non era mai stato ricostruito. Di poterlo fare attraverso le immagini ritrovate di quelle giornate e di poterle infine restituire e fare in modo che possano essere riviste e rivissute.


Spettatore: Nel film c'è un senso di sgomento che appartiene alla storia di un paese europeo. C'è qualcosa oggi che non funziona nell'umanità. E se lei si è proposto di indagarlo allora sarà sicuramente un eroe nel voler salvare questo Paese.

Samuele Rossi: Volevo indagare il vuoto. Inizialmente avevo scelto che alla fine del film avrei mostrato Piazza San Giovanni vuota, dopo essersi svuotata il 18 giugno. Poi ho scelto invece di mostrare la piazza piena, com'era quella del comizio del 7 giugno, in cui il Segretario del PCI non solo continua a parlare ma nel momento di maggiore fragilità trova la semplicità di affidarsi alla piazza nel dolore, nel soffrire con loro, nel volerlo mostrare.


Quel sorriso racchiude tutta l'essenza di Berlinguer.


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Roma (RM), Italia

Progetto artistico critico letterario No profit a cura di Giada Ciliberto 

Giornalista Pubblicista 

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